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Filosofia dell’unificazione e teoria della soggettività in Hegel e Hölderlin
di Massimo Cappitti
ZONA Contemporanea 2015
pp. 140 - EURO 18
ISBN 978 88 6438 548 8
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Questo testo, conciso ma prezioso,
di Massimo Cappitti ha il merito
di riattualizzare una vicenda, qual
è stato l’incontro e il dialogo appassionato nella loro giovinezza
tra Hegel e Hölderlin, che sembra appartenere in vero solo al passato della storia della filosofia e della storia delle idee. Ma che, a ben guardare, si riduce a un episodio
del passato solo in apparenza.
Soprattutto perché la passione
del presente e l’etica civile che ha sempre connotato la vita e il pensiero di Massimo Cappitti, con
una sensibilità continua e rigorosa verso tutti i luoghi possibili dell’emancipazione umana,
non poteva non guardare al passato avendo di mira soprattutto il presente, anzi il futuro: ovvero ricercando
nel passato anticipazioni
e delineazioni di nuove forme relazionali dell’umano, allora
non realizzate e sviluppate,
e da riproporre invece oggi come possibili vie di fuga dalla chiusura
di una vita sociale e individuale
a cui l’espansione dell’economico
e il misurare tutto in termini
di efficienza e produttività hanno sottratto ogni dimensione di sorpresa e di emozionalità.
(dalla Prefazione di Roberto Finelli)
La filosofia dell’unificazione consiste nella ricerca di un principio
che conduca a unità i dualismi –
per esempio, io e mondo o soggetto e oggetto – che mutilano gli uomini, destinandoli a una mortificante parzialità. Hölderlin e Hegel, dunque, si affaticano nel tentativo di venire
a capo delle scissioni che lacerano
le vite, che frantumano il legame sociale in relazioni di dominio e servitù. Scissioni che prendono corpo, potenziandosi, all’interno del nascente capitalismo di cui i due amici – Hegel soprattutto – già intravedono i pericoli di una disumanizzazione crescente.
Le riflessioni di Hölderlin e Hegel danno, così, voce al dolore
della separazione e, insieme,
alla possibilità di unificazione che proprio da quel dolore può nascere, perché la vita consiste nell’avvicendarsi, inesausto,
degli opposti che si implicano e richiamano, scivolando l’uno nell’altro. (dall'Introduzione) |