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IL CELACANTO
poesie di Michele Capitani
ZONA 2011
pp. 100 - EURO 10
ISBN 978 88 6438 239 5
assaggia il libro, sfoglia il trailer
L'anello cadde in mare,
si seppellì, precipite nel blu,
e tu sbigottiresti allo scrutare
in che specie d'abisso se ne sta
lui, e la scritta che cela all'interno
Noi non siamo mai incominciati,
e nessuno saprà a che primo anello
forse il tuo s'agganciò, e ora giace,
né quanto lunga e quanto arrugginita
e aggrovigliata la catena sta
Lettore, rigiri questo libro, però occhio!, ché non reggi solo carta, bensì sale, e soprattutto acqua.
Quindi, quante le rotte percorribili in questo libro?
Questi cercherà di abbordare la risposta del perché ci affidiamo, per orientarci, alle parole; l'altro non affronterà tragitti meno legittimi leggendo di come si vada all'indietro nella memoria, per rispondere alla domanda che si svela mano mano essere la più importante (ma che non qui anticiperemo). Egualmente, un lettore si scoprirà a lasciarsi narrare della fluidità dei corpi, dei rapporti, dei racconti; e un altro, si imbarcherà a fare i conti col vuoto, oppure con l'immenso, comunque con la loro necessità e con quanto le parole non riempiano l'uno, né dicano l'altro.
O magari cercherai di approdare all'arrivo, molto dopo l'isola iniziale?
Oppure no, su tutto vale l'infanzia (isola anch'essa?...) non come nostalgia bensì come prefigurazione del mito di ambire sempre ad altro, e dunque l'improrogabilità di un proprio nòstos, fosse anche a costo di rinunciare a una mai completabile immersione.
Il raggiungimento di una liquida levitas, poiché si sa che l'anima nuota, non è vero che vola.
E chissà, hai visto mai?, scendere anche solo di poco, sperando di scoprire che gli squali si lasciano anche accarezzare…
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