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2084
Il potere dell’immortalità
nelle città del dolore
romanzo di Menotti Lerro
ZONA 2013
pp. 240 - EURO 15
ISBN 978 88 6438 379 8
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A volte guardando le stelle ho l’impressione di essere spiato,
è come se lì, da qualche parte
nello spazio, ci fossero degli occhi indiscreti, degli esseri diversi da noi,
che si divertono a osservarci,
ad ascoltarci, a percepire le pulsazioni
del nostro essere. Proprio come io percepisco i tuoi movimenti nel mio ventre. Vorrei che tu potessi vivere
in un mondo sereno, diverso da quello conosciuto da me, da questa bruttura
che mi ha reso folle per il dolore.
Proverò a proteggerti più di quanto abbia saputo proteggermi, proverò ad ascoltarti,
non come ha fatto mia madre.
Voglio restarti vicino, non farti sentire mai il peso del distacco.
Il 2084 è l’anno in cui il dottor Andrew Robinson scopre la “pillola della vita eterna” e quella “del dolore” che rende i corpi umani insensibili alle sofferenze. All’euforia iniziale degli uomini, che smettono immediatamente di lavorare, provando a godersi i soli piaceri dell’esistenza, si oppone presto la visione di soggetti alienati che abitano un mondo degradato. La frustrazione psicologica, descritta attraverso il flusso, senza filtri, del pensiero di più personaggi, fa emergere il crescente rimpianto per il proprio passato mortale. Il rimorso porta allo straniamento, così come la mancanza di obiettivi. Carlitos Clown, vecchio proprietario e pagliaccio di un circo costretto alla chiusura, proverà a salvare il pianeta, almeno moralmente. La guerra tra mortali
e immortali incombe in modo inevitabile, ma il destino non sembra essere realmente nelle mani degli uomini. Forze aliene, oscure e potenti impongono le loro leggi. |
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Menotti Lerro
E' nato a Omignano, in provincia di Salerno, nel 1980. Laureato in Lingue e Letterature Straniere (Università degli Studi di Salerno), ha conseguito un Master of Arts sul ruolo del corpo in letteratura (Reading University), e un dottorato di ricerca sulla poesia contemporanea inglese e spagnola (Università degli Studi di Salerno).
Dal 2005 è iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti. Ha lavorato nella redazione della casa editrice Mondadori. Ha insegnato Lingua e letteratura inglese e spagnola in istituti superiori e Letteratura inglese in corsi post-lauream presso l’Università di Reading. Tra i suoi libri di poesia: Ceppi incerti (Giubbe Rosse, 2003), Senza cielo (Guida, 2006), Primavera (il Filo, 2008), Gli occhi sul tempo (Manni, 2009), I Dieci Comandamenti (Lietocolle, 2009), Profumi d’Estate (Zona, 2010), Poesías elegidas (Zona, 2010), Il mio bambino (Genesi, 2011), Selected Poems (ibid., 2011), Nel nome del padre (ibid., 2012), Gli anni di Cristo (Zona 2013).
In prosa: Augusto Orrel. Memorie d’orrore e poesia (Joker, 2007), Il diario di Mary
e altri racconti (Zona, 2008), Fuga
da Orrel (ibid., 2012), Critica letteraria: Essays on the Body (il Melograno, 2007), The Body between Autobiography and Autobiographycal novels (ibid., 2007), L’io lirico nella poesia autobiografica (Zona, 2009), La tela del poeta (Genesi, 2010), Raccontarsi in versi. La poesia autobiografica in Inghilterra e in Spagna, 1950-80 (Carocci, 2012). Nel 2011 Andrew Mangham dell'Università di Reading, gli ha dedicato il volume The Poetry of Menotti Lerro (Cambridge Scholars Publishing). Attualmente è Visiting Fellow presso l'Università di Warwick, UK. |
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Leggi l'intervista all'Autore su Unico >>>
Interview with menotti Lerro
di Simona Sâmolescu >>>
"2084" su Facebook >>>
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Leggi la recensione di Maria Teresa Chialant sul n° 20 della rivista IF (Insolito e Fantastico) >>>
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Di fronte all’immaginazione di Menotti Lerro
di Nedo Soldaini
Sí forte era la mia immaginazione,
che piangendo cominciai a dire con vera voce
Dante Alighieri
L’immaginazione di Menotti Lerro si evidenzia con il valore del luogo intimo; sa dove reperire uno specchio per la propria ricca interiorità nella realtà della natura e dell’uomo. In lui c’è una più evidente commozione, un’emotività scoperta che attraverso il filtro innato della poesia porta all’arte ogni frammento del quotidiano. In una resa verbale di assunzione, di trasfigurazione, di penetrabilità nel vissuto.
Una creazione dove l’azzurro non è generico, ma di un antro, del mare profondo, con il suo carico di mistero e di insondabilità; e dove anche la spuma delle onde che si infrangono sulla riva non è di un qualsiasi bianco, bensì è ‘bianca fluorescente’, senza separazione di virgole, in una doppia, ma unitaria aggettivazione che arricchisce la luce di sacralità. Universo prezioso e per questo inviolabile, quasi intoccabile.
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Il giudizio critico di Giorgio Bàrberi Squarotti
Caro Lerro,
che bella sorpresa è stato l’arrivo del Suo romanzo. […]
La Sua opera alterna visione e realtà, ironia e pensiero, nella variazione di tempi futuri e tempi appena trascorsi, con la virtù di una scrittura alacre, avventurosa, saporosa, sapientissima.
Mi congratulo con Lei e festeggio. La saluto con viva amicizia e Le auguro molti e partecipi lettori.
Giorgio Bàrberi Squarotti
Torino, 5 luglio 2014
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L'approfondimento di Andrea Vitale
«Letture Fantastiche» >>>
2084. Il potere dell’immortalità
nelle città del dolore, di Alfredo Guida
2099.it, 22 dicembre 2014
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2084. Il potere dell’immortalità nelle città
del dolore, la distopia secondo Menotti Lerro
di Andrea Vitale«Corriere della Fantascienza» , 15 dicembre 2014 >>> |
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