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LASCIA PERDERE I SOGNI
romanzo di Giacinto Petrella
ZONA 2015
pp. 106 - EURO 10
ISBN 978 88 6438 576 1
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Io non avevo idea di cosa fosse una guerra; ricordo, però, ciò che mi diceva mio padre, cioè che si combatteva per conquistare dei terreni, un posto al sole, come si diceva allora, per trasferirvi le masse contadine perché provvedessero al loro sostentamento e a colonizzare la regione. Per me la guerra era, invece, qualcosa di misterioso e nello stesso tempo di spaventoso, di mostruoso che nascondeva i veri motivi per cui i popoli si combattevano e i vari crimini di cui si macchiavano; era qualcosa di tragico e di violento per rendere i poveri ancora più poveri. Mio padre diceva che prima della guerra aveva una vigna e un gregge, dopo la guerra né la vigna né il gregge. Molte cose allora non le capivo: ero molto giovane, una ragazzina; solo più tardi mi resi conto che la guerra non era solo questo, ma anche morte, lutti, odio, sofferenza, disagi, malattie, fame, delazione, pidocchi, furto, abuso, violenza e quant’altro.
Una donna sola, vedova, povera ha come unico obiettivo il futuro della figlia appena quindicenne, con la quale condivide gli stenti. Nel terrore che se le capitasse un accidente nessuno si occuperebbe di lei, convinta che i genitori debbano suggerire, indicare, guidare e imporre ai figli ciò che è meglio per loro, combina un matrimonio tra la figlia, ignara di tutto, e il cugino, molto più grande per età, di una sua commara. La ragazza, di sani princìpi morali e ancora legata a un mondo fantastico, quando viene a conoscenza dell’accordo ha uno scatto di ribellione inaspettato. Non può accettare che altri decidano per lei, che sia estromessa dal suo destino, non può accettare la falsità, l’ipocrisia che nascondono quelle espressioni miserabili che vogliono far passare scelte egoistiche per atti di generosità e altruismo. Alla fine l’amore sembra avere la meglio sull’incomprensione, la conflittualità e la chiusura.
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