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IL COFANETTO ORIENTALE
poemetti in prosa di Andrea Bricchi
ZONA Contemporanea 2015
pp. 100 - EURO 10
ISBN 978 88 6438 580 8
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È un meraviglioso piccolo scrigno, un portagioie in legno rivestito di lacca naturale. A lungo l’aspetto è così rimasto intatto, e il contenuto al sicuro. È ignoto il preciso luogo di provenienza. L’originario possessore? Qualche aristocratica signora, senza dubbio.
Curato fin nel più piccolo particolare, ha l’intera superficie voluttuosamente, elegantemente decorata. Su uno sfondo nero il minuzioso artista che lo ha foggiato, con minuti listelli di madreperla accostati l’uno all’altro, radiose lamine opalescenti, ha composto il disegno di una peonia in sboccio: quella rosa senza spine reputata nell’antica Cina regina di tutti i fiori e simbolo di pace, abbondanza, amore, nobiltà d’animo.
Fiori, rami, fili d’erba, farfalle e minuscole libellule invadono ogni spazio di quest’oggetto bombato, dagli spigoli arrotondati. Farebbe la gioia di ogni collezionista. La base è parimenti ricamata con eleganza. Ha per serratura un cerchio metallico la cui leva è un sottile pesce in rilievo, ricurvo, con la bocca aperta. Se lo si sollevasse ruoterebbe di centottanta gradi e mostrerebbe una forma identica, speculare, sull’altro lato. La cultura popolare coreana vi vedeva un guardiano che vigila su oggetti di pregio, per via della proprietà di dormire con gli occhi aperti.
Fin qui niente di straordinario. Sennonché, a quanto si dice, questa scatolina non contiene gioielli. Per qualcuno, vi si trova qualcosa di luminoso, ma nessuno sa cosa.
Che cos’è un “poemetto in prosa”?
In poche parole, è un testo in prosa relativamente breve, dotato di una certa unità e mirante a un effetto poetico. Sono cinquanta gli esempi
di tale genere di scrittura contenuti
in questo Cofanetto orientale: titolo che allude sia agli intenti tematici inclusivi sia a una personale ricerca, da parte dell’autore, dell’esotico, dell’insolito, del cambio di prospettiva. Come osserva Paolo Rigo
nella Prefazione, questa ricerca è qui condotta in modo peculiare su
un fondale prevalentemente splenetico e all’insegna di alcune ossessioni quali la notte, il dualismo, il labirinto, l’ansia di esprimere una chimera. In ciascun componimento,
in fondo, viene compiuto un cammino ascensionale in cui si prova a realizzare l’ideale baudelairiano
di una «prosa poetica e musicale […] così flessibile […] da adattarsi ai moti lirici dell’anima, alle ondulazioni della fantasticheria, ai sussulti della coscienza». |