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"DONNA GIOVANNA" DI MENOTTI LERRO. L'INNOVAZIONE DEL MITO
di Sara Cudia
ZONA Contemporanea 2020
pp. 140 illustrate b/n -
EURO 17
ISBN 9788864388779
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Sara Cudia analizza in questo saggio il mito di Don Giovanni. Dalle opere fondamentali – El burlador de Sevilla y convidado de piedra di Tirso de Molina (1616), Dom Juan ou le Festin de pierre di Molière (1665) e Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Lorenzo da Ponte (1787) – all’inedita versione del prolifico scrittore salernitano Menotti Lerro, che nella sua commedia in cinque atti, tradotta in più lingue, Donna Giovanna. L’ingannatrice di Salerno (2015) trasforma il seduttore implacabile in una donna: intelligente, emancipata, di pochi scrupoli, ma più problematica e riflessiva del celebre omologo. Ogni Don Giovanni che si è affacciato sulla scena ha rispecchiato lo spirito del proprio tempo: e così, fedele per alcuni tratti alla tradizione, discordante per altri, la Donna Giovanna di Menotti Lerro rappresenta l’esasperazione di certi modelli maschili che, purtroppo, molte donne considerano oggi come l’unica strada per l’affermazione di sé.
Il Don Giovanni che ha sedotto il pubblico fin dalla fine del Diciassettesimo secolo appare nel nuovo millennio in abiti femminili, grazie all'opera dello scrittore Menotti Lerro Donna Giovanna. L'ingannatrice di Salerno. Di questo personaggio, data l’innovazione che ha portato nella letteratura contemporanea, sono state date diverse interpretazioni. Il filosofo Umberto Curi la definisce “una versione particolarmente originale e innovativa rispetto alle tante varianti del mito di Don Giovanni”. Giancarlo Sammito afferma che Donna Giovanna “celebra l’epocale slittamento dei ruoli di genere e ne esaspera le conseguenze”, tramite “linguaggio e ambientazione sarcasticamente fuor di tono con la contemporaneità e con un agile scarto transgender”: anche Donna Giovanna incarna l’eros, ma l’oggetto del proprio desiderio sono personaggi del suo stesso sesso. Giorgio Bárberi Squarotti, che è stato mentore di Menotti Lerro, definisce infine geniale e innovativo questo passaggio dal maschile al femminile, che riflette “la situazione attuale degli uomini confusi, incerti, sessualmente indeboliti”.
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