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Concerto per aforisma (quasi) solo
di Fabio Sebastiani
ZONA 2011
pp. 98 - EURO 10
ISBN 978 88 6438 241 8
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Se dio avesse fede negli uomini come questi in lui forse ci sarebbe molta meno disperazione in giro.
Se parliamo di tragedie, non c'è niente di comparabile alla scena della disperazione del pollo davanti alla gioia del cuoco.
Gli uomini non sono cattivi, è che considerano la bontà un passatempo.
Se non hai bisogno di aggettivi per definirla, quella è la tua vita.
Ci siamo distratti un attimo e un dio feroce ci ha trasformati da esseri umani in averi umani.
Bollettino meteo: anche oggi in aumento le domande e in diminuzione le risposte.
(...) L 'oggetto di sacrificio dell'aforisma è la banalità della parola. Come se separandole, rarefacendole (facendole rare), evidenziandole, raggruppandole in modo inconsueto e anormale, fosse possibile riverginare le parole, restituire loro un significato fortissimo e sacro che, forse, esse in origine possedevano, prima di essere consumate dal loro stesso significare, reiterato e dunque sempre più automatizzato. Infatti leggiamo: “Se il senso del parlare fosse il riflettere forse potremmo liberarci di tante parole inutili”.
È assai significativo che un tale sforzo provenga da un (bravissimo) giornalista professionista, obbligato dal suo mestiere alla chiarezza e alla brevità, nonché a scrivere subito e di corsa, concentrandosi sulla capacità denotativa e descrittiva delle parole (ma dunque di necessità trascurando il valore intrinseco ed evocativo delle parole stesse).
In questo sforzo di dis-automatizzazione della parola, la scrittura di Sebastiani si può allora accomunare senz'altro alla poesia, e non per caso alcuni dei suoi aforismi più belli sono versi:
“E il mare lo sentivo solo dall'odore. Ora dentro questo fuori ci nuoto appena”, “la leggerezza necessaria a sollevare il mondo”, “Se guardarsi negli occhi è solo per il piacere di guardare lo sguardo”…, e molti altri.
E tuttavia dalla poesia questa scrittura si distingue per la prevalenza di uno sforzo conoscitivo , se non teoretico, la cui ambizione è appena velata dalla leggera nebbia di un'intenzionale auto-ironia. (dall'Introduzione di Raul Mordenti)
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