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MI CHIAMO EDGAR FREEMAN
romanzo di Maurizio Sbordoni
ZONA 2010
pp. 260 - EURO 19
ISBN 978 88 6438 135 0
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Edgar Freeman è un bambino Down. Stufo di essere definito “normale”, decide di vivere un'esperienza speciale. Insospettito dall'improvviso suicidio del signor Felipe, un vicino di casa intravisto solo un paio di volte, decide insieme all'amico Arthur di raccogliere le prove necessarie a confermare la sua ipotesi: a uccidere il signor Felipe è stata la moglie. Nel frattempo, però, in casa Freeman si respira un clima decisamente poco sereno. Dai ricordi di Edgar emerge un'immagine spaventosa: il padre di Edgar potrebbe aver abusato di suo figlio Samuel, il fratello di Edgar. Il rapporto tra i genitori entra in crisi, anche se la madre fa di tutto per non darlo a vedere. Così, Edgar viene allontanato da casa, mandato in un istituto dove potrà seguire uno speciale metodo d'apprendimento. Lui si sente, rifiutato, abbandonato. Ma i mesi che trascorrerà all'Istituto Lionell cambieranno ogni cosa, dentro e fuori di lui. O forse solo nel suo modo di guardare il complesso mondo che lo circonda, alla luce di una nuova idea di “normalità”: un “luogo comune” dove confrontare le proprie, specialissime diversità.
Ogni mamma del mondo quando è incinta deve subire domande atroci nella loro assurdità.Tanto la domanda è assurda, quanto la risposta diventa scontata, così scontata da diventare luogo comune. In cima alle domande più assurde, si erge maestosa la seguente:“Preferiresti che fosse un maschietto o una femminuccia?”Disarmante, solitamente, la risposta.“Non importa il sesso, basta che sia sano.”A questa domanda mia mamma rispondeva a tutti che avrebbe preferito un maschietto.Risposta sbagliata. La sincerità non sempre paga.
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